di Sveva Galassi - 08.02.2023 - Scrivici
Esistono molte canzoni bellissime da dedicare ai propri figli. Molti cantanti, italiani e stranieri, hanno voluto fare un omaggio ai propri bambini e celebrare un legame speciale e unico al mondo con emozionanti brani musicali che hanno fatto la storia della musica dell'ultimo secolo. Ecco quali sono le canzoni più belle da dedicare ai figli, italiane e straniere.
Ecco alcuni tra i brani musicali italiani più famosi da dedicare ai figli.
Un brano dedicato al figlio Leone, nato il 19 marzo 2018. "Prima di ogni cosa" è Il singolo di Fedez dedicato a lui. La frase più bella della canzone è "Da quando sei arrivato, nulla più è come prima".
"Non è una canzone come le altre. Sono parole che mi mettono a nudo", ha spiegato il rapper.
Descrive se stesso come "un bambino" e "un cinico spietato", la cui vita è stata completamente rivoluzionata dalla paternità: si diverte a immaginare il futuro del suo bambino e cita Chiara Ferragni ("Tua madre che mi bacia"), sua moglie e fashion blogger più nota al mondo.
Cerco un po' di te nei testi di De André Ci saranno lividi di cui andare fiero Altri meno Ma la verità, uguali a metà Sono solamente un bambino Che chiamerai papà Perché in testa c'ho la Nasa Perché non sono mai a casa Il cuore consumato come delle vecchie Vans E tutti gli schiaffi presi in piazza E l'inchiostro sulle braccia Tutto ora combacia Tua madre, che mi bacia Il primo bacio, il primo giorno a scuola, il primo giorno in prova Il primo amore, il primo errore, il primo sole che ti scotta Ed è la prima volta anche per me, che vedo te Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa E ho preso appunti per tutte le volte che ho sbagliato Ho un manuale di istruzioni dove "distruzioni" è scritto attaccato E tu sei al primo posto in questa vita che mi sembra nuova Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa Un cinico spietato Che non si è mai adattato Che non si è mai goduto ciò che la vita gli ha dato Poi sei arrivato tu, e tutto si è fermato Vorrei insegnarti tutto quello che non ho imparato Perché in testa c'ho la Nasa Perché non sono mai a casa Il cuore consumato come delle vecchie Vans E tutti gli schiaffi presi in piazza E l'inchiostro sulle braccia Tutto ora combacia Tua madre, che mi bacia Il primo bacio, il primo giorno a scuola, il primo giorno in prova Il primo amore, il primo errore, il primo sole che ti scotta Ed è la prima volta anche per me, che vedo te Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa E ho preso appunti per tutte le volte che ho sbagliato Ho un manuale di istruzioni dove "distruzioni" è scritto attaccato E tu sei al primo posto in questa vita che mi sembra nuova Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa Prima di ogni cosa
J-Ax ha voluto raccontare le difficoltà incontrate nell'avere un figlio nel suo nuovo singolo "Tutto tua madre".
La canzone è il primo inedito del cantante dopo l'esperienza con Fedez e prologo delle cinque date live tenute a Milano per festeggiare i 25 anni di carriera sia al nuovo album. Il cantante si è messo a nudo tra aborto, finzioni, e la gioia della nascita.
Dice J-Ax: "Ho voluto scrivere un pezzo per le persone che vivono il dramma di voler creare una nuova vita, senza riuscirci, situazione in cui per qualche anno mi sono trovato anch'io".
La vita no non è uno scherzo Ma ha la sua ironia Io sorridevo per mestiere Ma era una bugia E' più che una famiglia Io volevo l'anarchia Ma adesso asciugo tutti con la tua fotografia Avevo perduto fiducia nel mondo Senza nemmeno rendermene conto Il lavoro andava a gonfie vele La casa una barca che andava giù a fondo Sai che la mamma aspettava un bambino Ma dopo l'ha perso Io paralizzato come un brutto sogno Mentre lei piangeva e cadeva in ginocchio E in quel momento mi si è rotto qualche cosa dentro Per la prima volta mi sono sentito vecchio Vittima di una fattura una stregoneria Tu hai rotto il sortilegio Perché sei una magia E ti porterò lontano Con la forza di un missile E ti prenderò per mano Ti porterò a giocare su un prato E il telefono l'ho buttato E ho buttato tutte le pare Per fortuna assomigli a tua madre Per fortuna sei tutto tua madre Quand'è che ci fate un figlio? Tutti la stessa domanda Io trattenevo la rabbia Perché avrei voluto spaccargli la faccia Avevo perso da mò la speranza Non sopportavo più tutto quel dramma Ad avere coraggio ci pensava mamma Tra medicine e le punture in pancia Messo alle corde anch'io Pensavo alla religione Se un figlio è un dono di Dio Forse questa era la mia punizione Ma quelli che mi amano Con il biglietto per il mio spettacolo Chissà se immaginano Che hanno pagano le cure Ed i dottori che hanno realizzato il miracolo Ora so che dietro il caos c'è un senso più profondo Sei nato a febbraio lo stesso giorno del nonno Mamma incredula temeva che fosse un miraggio E i primi mesi ti ha tenuto giorno e notte in braccio E ti porterò lontano Con la forza di un missile E ti prenderò per mano Ti porterò a giocare su un prato E il telefono l'ho buttato E ho buttato tutte le pare Per fortuna assomigli a tua madre Per fortuna sei tutto tua madre Da mamma hai preso il nasino La forma degli occhi e del viso E l'abilità di cambiarmi l'umore Soltanto facendo un sorriso Quando non dormi mai fino al mattino O quando fai casino rido perché La testa dura e la voglia di urlare Quelle le hai prese da me Le hai prese da me E ti porterò lontano Con la forza di un missile E ti prenderò per mano Ti porterò a giocare su un prato E il telefono l'ho buttato E ho buttato tutte le pare Per fortuna assomigli a tua madre Per fortuna sei tutto tua madre.
Nel 1982 nasce Giovanni: il padre Claudio Baglioni gli dedica la bellissima canzone "Avrai".
Dichiara Baglioni: "È una canzone che nel tempo è diventata una sorta di inno, dell'augurio, della promessa, del patto stabile che ci deve essere tra coloro che sono già al mondo e quelli che stanno per arrivare. E poi perché è un futuro: "Avrai" significa stabilire ancora una volta in più una concordia, un senso di trasmissione, sia di valori ma anche di cose che diano esperienza, tradizione, ma anche slancio per il futuro che noi pensiamo debba sempre essere la parte migliore della nostra esistenza".
La canzone è un insieme di immagini, di speranza, realistiche, malinconiche, un augurio e un avviso a quel figlio che ha una vita intera davanti a sé.
Fabio Concato nel 1984 scrive questa canzone dedicandola alla figlia neonata.
Una canzone di grandissimo amore per la figlia "nata dove c'è sempre il sole" su quello "scoglio di maggio in cui è nato un fiore". Oltre che per la bellezza dei versi e della musica, "Fiore di maggio" è ricordata per il suo titolo. Il brano è dedicato a Carlotta, la primogenita delle due figlie, che Concato immagina nascere posata da un gabbiano "sopra quello scoglio quadrato dal quale ci tuffavamo da ragazzini", come ha raccontato l'autore in diverse interviste.
Tu che sei nata dove c'è sempre il sole sopra uno scoglio che ci si può tuffare e quel sole ce l'hai dentro il cuore sole di primavera su quello scoglio in maggio è nato un fiore. E ti ricordi c'era il paese in festa tutti ubriachi di canzoni e di allegria e pensavo che su quella sabbia forse sei nata tu o a casa di mio fratello non ricordo più. E ci hai visto su dal cielo ci hai provato e piano sei venuta giù un passaggio da un gabbiano ti ha posata su uno scoglio ed eri tu. Ma che bel sogno era maggio e c'era caldo noi sulla spiaggia vuota ad aspettare e tu che mi dicevi guarda su quel gabbiano stammi vicino e tienimi la mano. E ci hai visto su dal cielo ci hai provato e piano sei venuta giù un passaggio da un gabbiano ti ha posata su uno scoglio ed eri tu. Tu che sei nata dove c'è sempre il sole sopra uno scoglio che ci si può tuffare e quel sole ce l'hai dentro il cuore sole di primavera su quello scoglio in maggio è nato un fiore
Nel 1996 Eros Ramazzotti dedicò la canzone alla figlia Aurora, avuta dalla ex compagna Michelle Hunziker.
Nel testo, Eros Ramazzotti paragona l'aurora a una stella, spingendola a credere. Perché se lei crederà, si ritroverà laddove altri non ci sono arrivati.
"Sarà l'aurora", – canta Eros, – e un giorno tutto cambierà, quando si vedrà più sereno nel mondo e si potrà respirare un'aria nuova, di maggiore serenità. E perché questo avvenga, Eros continuerà a cantare e a sognare, perché in fondo c'è un cuore buono che non muore mai.
Vasco Rossi nel 1996 dedica la canzone "Benvenuto" al neonato Luca, avuto dalla compagna Laura.
Ligabue dedica nel 1998 questa dolce canzone al figlio Lenny.
Questa canzone è dedicata al figlio che doveva nascere e Ligabue canta "Prova a esser pronto tu per noi", sperando che il figlio sia pronto ad accogliere i genitori.
Lo stesso Luciano ha confessato:
"Quando ti nasce un figlio, specialmente il primo, è una botta emotiva difficile da spiegare ma se fai un mestiere creativo, prima o poi hai il bisogno di raccontare questa cosa. Io ho cercato di farlo nella maniera più possibile discreta e non invasiva. L'unica cosa che volevo veramente dire a mio figlio era quella del ritornello, ovvero che 'vale la pena vivere' ".
"Per te" è la canzone cantata nel 1999 da Lorenzo Cherubini, ossia Jovanotti e dedicata alla figlia Teresa.
Dal testo trapela un certo senso di protezione del padre nei confronti della figlia nascente. Jovanotti elenca tutte le cose che la vita preserverà a sua figlia con la ripetizione di "è per te". Una vera e propria dichiarazione di vero amore. Il senso di paternità coglie Jovanotti impreparato ma quest' ultimo confuso da un vero e proprio "pulviscolo emotivo" si rende conto di quello che gli sta accadendo molto lentamente. La figlia è per lui un totale cambiamento nella sua vita ma ora è pronto a proteggerla da tutto e da tutti. A testimonianza di quest' ultimo pensiero, l' elenco di tutte le cose belle della vita che dedica alla figlia. Emerge inoltre un certo senso di libertà al quale padre e figlia vanno incontro.
Non mettere al centro se stessi, ma pensare prima agli altri. E' una delle dimostrazioni d'amore più efficaci che esistano: significa regalare i propri pensieri, indirizzarli verso il bene di qualcuno, e costruire una protezione attorno a quella persona. Se io mi preoccupo per te, quindi, è perché sento di provare un sentimento sincero che mi spinge a fare di tutto al fine di proteggerti e farti stare meglio. "Ma questa paura per te non passa mai". La canzone "Angelo" di Francesco Renga riprende questa filosofia: "Sento così forte il desiderio di sostenerti da dover chiedere aiuto ad un'entità superiore, che sappia difenderti dove non arrivo io. 'Angelo, prenditi cura di lei'".
Gianna Nannini nel gennaio 2011 dedica questa canzone alla piccola Penelope, nata il 26 novembre 2010.
"Ogni tanto" celebra l'amore di una madre per la figlia, un sentimento che è palpabile in questi versi. Gianna ha infatti dichiarato molto spesso la sua gioia infinita per essere finalmente mamma, anche se a 54 anni.
Ogni tanto mi sorprendo un po' t'invento un po' ti dai Ogni tanto perdo il filo forse non ci sei non hai nome chi ti crede fiore di ninfea Duri un attimo Ogni tanto fai spavento prendi tutto e non ti fermo Amor che nulla hai dato al mondo Quando il tuo sguardo arriverà Sarà il dolore di un crescendo Sarà come vedersi dentro Quando quest'alba esploderà Sarà la fine di ogni stella Sarà come cadere a terra Ogni tanto mi sospendo foglie al vento vengo da te Sei celeste melodia, tutto cambierai, per un attimo Amor che nulla hai dato al mondo Quando l'estate arriverà Sarà il dolore di un crescendo Sarà come riaverti dentro Ogni tanto penso a te Sposti tutti i miei confini Amor che bello darti al mondo Amor che bello darsi al mondo Quando quest'alba esploderà Vivrò nel fuoco di una stella per lasciare con te la terra
Finardi nel 1983 diventa papà di una bambina, Elettra, affetta da sindrome di Down e le dedica questa canzone.
Dichiara Finardi:"Nel 1982 è nata la mia primogenita, Elettra, affetta da sindrome di Down. L'ho amata e la amo moltissimo, ma in quel momento fu un trauma: mi sentii diverso io per primo, come se la sua malattia fosse una condanna per qualcosa che io avevo fatto. Sprofondai nella depressione. Credo non ci sia un genitore di bambino disabile che non abbia fatto i conti con una crisi personale.
Cerchi un motivo per quello che è successo, e pensi che quel motivo sei tu. Poi però passa, e più che i motivi, diventa importante trovare soluzioni. Capisci che non è tutto dolore. I primi anni di Elettra mi hanno dato grandi gioie: i suoi primi passettini, il comunicare con lei... ogni cosa era eccezionale.
Amore diverso Io ti proteggerò oh sì ti stringerò e mai niente ti farò del male. Io ti accarezzerò e poi ti cullerò per farti addormentare. E ti canterò canzoni di forti emozioni quando fuori tuona il temporale. E sempre ti sussurrerò quelle dolci parole che so ti fanno stare bene. Sarà un amore diverso grande come l'universo che il tempo non potrà toccare farò una casa di carta su un'isola deserta dove il vento verrà a giocare e una finestra sempre aperta per chi sa volare che da noi possa arrivare a riposare. E ho braccia forti e larghe spalle per poterti meglio abbracciare. E se fa freddo la notte col mio corpo ti potrai scaldare. E dopo ore e ore e ore d'amore sul mio petto ti farò dormire e sognerai di ballare a tempo col mio cuore e il sole ti verrà a svegliare. Sarà un amore diverso grande come l'universo che il tempo non potrà toccare, piccole cose da riscaldare grandi aquiloni da far volare. E sarà sempre un nuovo gioco per tenere acceso il fuoco nel lungo tempo da venire, piccole pietre da trasportare e da seguire per ritornare. Io ti proteggerò oh sì ti stringerò e mai niente ti farà del male. Io ti accarezzerò e poi ti cullerò per farti addormentare.
E dopo ore e ore e ore d'amore, sul mio petto ti farò dormire e sognerai di ballare a tempo col mio cuore e il sole ti verrà a svegliare. Sarà un amore diverso grande come l'universo che il tempo non potrà toccare, piccole cose da riscaldare, grandi aquiloni da far volare. E sarà sempre un nuovo gioco per tenere acceso il fuoco nel lungo tempo da venire, piccole pietre da trasportare e da seguire per ritornare
Laura Pausini scrive nel 2012 questa canzone, raccontando il suo desiderio di donare amore alla sua bambina.
Celeste è una canzone scritta, incisa e dedicata proprio alla sua bimba che doveva nascere, Paola. Dichiara Laura:"Il suo nome è l'unione dei nostri nomi e simbolo del nostro amore".
Una canzone d'amore, una dedica ad una bambina, la spiegazione di un mondo che ancora la piccola non conosce, con un testo dolce, materno, malinconico.
Avrai gli occhi di tuo padre e la sua malinconia il silenzio senza tempo che pervade al tramonto la marea Arriverai con la luna di settembre che verserà il suo latte dentro me e ti amerò come accade nelle favole per sempre…
ti aspetterò senza andar via come fanno già le rondini nell'aria nella terra mia che invecchia ma sulla scia di un'altra età ballando sogna mentre la tenera luce dell'est all'alba illumina speranze e ginestre e il cielo è così…celeste… celeste…
Avrai libri, sandali e secchielli luminosi "amarcord" saranno neri come i miei i tuoi capelli ma in un attimo lo so volerai via verso l'isola lontana di una città come ho fatto un giorno anch'io amore mio perché il sole può scordarsi della luna…
ti aspetterò e prima o poi arriverai senza nemmeno far rumore ti sentirò e resterai mentre ormai le foglie cambiano colore al mio paese che ancora non sai dove l'autunno odora di caldarroste e il cielo è così…celeste!
Come il soffio della vita che spalanca anche le imposte e a sorridere ti invita anche quando non lo vuoi questo vento innamorato che anche tu respirerai che respirerai…
e poi avrò il coraggio di aspettarti ancora un po' e ti prometto che vedrai dalle finestre un cielo così…celeste… celeste… un cielo così celeste…
Questo pezzo è stato scritto da Luciano Ligabue nel 2014 e dedicato alla figlia del cantante.
"A modo tuo", prima di essere da lui pubblicata, era stata donata alla voce di Elisa.
Il testo, emozionante e profondo, racconta la bellezza e l'unicità della vita, ma anche il timore avvertito dal padre a causa della crescente violenza e brutalità del mondo. "Sarà difficile diventar grande prima che lo diventi anche tu. Tu che farai tutte quelle domande, io fingerò di saperne di più": sono queste le parole con cui si apre il testo.
La figura del padre richiede grande impegno e, soprattutto, rappresenta una grande responsabilità: dedicare la propria vita ai figli e metterli nella condizione migliore per crescere e "spiccare il volo" non è affatto semplice.
Fiorella Mannoia non è diventata madre, ma tutto ciò che avrebbe voluto dire a un figlio o a una figlia l'ha scritto in questa canzone.
«Quando ho scritto "In viaggio" ho immaginato le parole che io stessa avrei detto ad una figlia (se ne avessi avuta una) in partenza verso il viaggio della vita», spiega l'artista.
Anna Oxa ha cantato questa canzone nel 1988. Perfetta da dedicare a un figlio.
Questa canzone del 1988 è stata presentata al Festival di Sanremo ed è ha avuto subito moltissimo successo. Scritta dall'autore dei "Matia bazar", il testo parla delle meraviglie di un amore appena sbocciato e della felicità dell'innamoramento, mentre la melodia è tipica sanremese.
Ha spiegato Cristiano Godano, autore del brano:
«Ho cominciato a ragionare e riflettere a lungo sul concetto di felicità, ho trascritto delle frasi che mi venivano in mente. In un secondo momento ho realizzato che potevano essere degli spunti utili per l'educazione sentimentale di un ragazzino di 14 anni, quale è appunto mio figlio.»
Dedicata a suo figlio adottivo Robertino, per spiegare che i figli adottati non sono mai frutto di un caso ma di una scelta consapevole dettata dall'amore.
Figlio delle mie stagioni travagliate figlio mio
fiore profumato germogliato al sole dell'oblio
con che puntualità sei qui
come un miracolo sei qui
così ti accoglierò così
Pretendere che la vita sia così infallibile maestra quando mette insieme tanta solitudine
pianeti controversi, noi un equilibrio fragile decidere chi essere un padre un figlio saggezza, orgoglio
Cambierai da solo cercherai il tuo cielo tenterai il tuo volo senza mei o pregherò per te.
..Soffrirò in silenzio quando tu cadrai sarò io il più credibile amico che avrai
Più forte il senso dell'impegno il bisogno di lealtà un uomo per eccesso o forse per diletto chi lo sa
tu l'energia, il coraggio io la stessa scuola figlio mio nessun segreto fra di noi
sii sempre cosciente sincero, coerente
Ecco che ti trovo in un mondo avaro chi voleva un figlio e invece poi non lo ha cercato mai che non sia una copia un clone perchè mai se poi tutte le tue risposte le ha lui
Per non deluderti...e per non perderti..
Se puoi...Cerca di essermi figlio... Se puoi...
Siete amanti della musica straniera? Ecco alcuni brani musicali di cantanti stranieri che potete dedicare ai vostri amati bambini.
La canzone, cantata nel 1968 da Paul McCartney, è stata da lui scritta per confortare Julian, il figlio di John Lennon, dopo il divorzio tra il padre e Cynthia Powell.
La canzone originariamente si sarebbe dovuta chiamare Hey Jules, contrazione di Julian, ma fu cambiata in Jude perché ritenuta più musicale. Per quanto concerne la genesi del brano, sembra che Paul McCartney fu colto da ispirazione mentre si recava in automobile proprio dall'ex moglie dell'amico e, accortosi che il motivo immaginato poteva funzionare, decidesse poi di inciderlo.
Hey Jude, don't make it bad Take a sad song and make it better Remember to let her into your heart Then you can start to make it better Hey Jude, don't be afraid You were made to go out and get her The minute you let her under your skin Then you begin to make it better And anytime you feel the pain, hey Jude, refrain Don't carry the world upon your shoulders For well you know that it's a fool who plays it cool By making his world a little colder Nah nah nah nah nah nah nah nah nah Hey Jude, don't let me down You have found her, now go and get her Remember to let her into your heart Then you can start to make it better So let it out and let it in, hey Jude, begin You're waiting for someone to perform with And don't you know that it's just you, hey Jude, you'll do The movement you need is on your shoulder Nah nah nah nah nah nah nah nah nah yeah Hey Jude, don't make it bad Take a sad song and make it better Remember to let her under your skin Then you'll begin to make it Better better better better better better, oh Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude Nah nah nah nah nah nah, nah nah nah, hey Jude.
Questo brano musicale del 1970 è il dialogo tra un padre e un figlio e racconta la "paura" di molti genitori che, a un certo punto, devono lasciare camminare i figli da soli.
In Father and son il figlio esprime il bisogno di iniziare una nuova vita e il padre, che non ne comprende la ragione, e lo invita a godere di quello che ha.
Canzone scritta mentre Bob Dylan è in tour a Tucson (Arizona): il cantante mentre scrive il brano pensa a Jesse, il suo figlio più grande, nato nel 1966.
Il brano è scritto nel 1976 da Stevie Wonder per celebrare la nascita della figlia Aisha. La canzone inizia con un campionamento del pianto della bambina.
Non si può dimenticare questa bellissima canzone dedicata nel 1980 da John Lennon al suo secondo figlio Sean.
La canzone fu scritta per Sean, figlio di Lennon e Yoko Ono. All'inizio Il brano inizia con John che conforta suo figlio da quello che è presumibilmente un incubo e si sviluppa in una descrizione appassionata dell'amore per il figlio.
Nei confronti del suo primo figlio Julian, Lennon era stato un padre un po' assente, perché continuamente impegnato nelle tournée dei Beatles. Aveva dunque deciso di non ripetere lo stesso errore con Sean, ed anche per questo motivo si era infatti ritirato dalle scene tra il 1975 ed il 1980.
Canzone scritta nel 1991 da Lenny Kravitz per la figlia Zoe.
Scritta dal cantante e pianista Billy Joel nel 1993, la canzone è dedicata a sua figlia Alexa Ray Joel.
Will Smith dedica al figlio questa canzone nel 1997.
Nel video ufficiale della canzone ci sono Smith e suo figlio Trey che giocano.
Bono degli U2 ha scritto questo pezzo nel 2001 per i figli.
Racconta nella canzone di non aver mai portato i figli a giocare con gli aquiloni e un giorno invece lo ha fatto.
She è una canzone cantata dal cantante francese Charles Aznavour.
Perfetta da dedicare a una bambina.
"Perfect", cantata da Ed Sheeran, è una canzone d'amore per una ragazza. Ma lo stesso amore, celebrato dall'autore in questo brano, può essere dedicato a un figlio o a una figlia.
Sono tantissime le tante canzoni dedicate alla famiglia, ai genitori e ai figli.
Ecco le frasi significative tratte proprio da queste canzoni famose.
Un ricordo tenero e malinconico di sua madre.
"Sai di te, ho sempre quel ricordo
seduta mi accarezzi il volto e poi
resti li con quel sorriso sordo
di chi sa che ha finito i giorni suoi"
che ti lascia una ferita
Ma all'improvviso gli occhi di una donna
Contenuta nell'album Samarcanda del 1977, questo brano è dedicato al padre, visto da suo figlio come un "vecchio bambino".
"E a volte un po' soprapensiero
in qualche foglio in qualche cielo
non riesco a disegnar le stelle,
ho voglia di vedre te,
soltanto il tempo di un caffè,
e la tua faccia e l'allegria...
ma al bar mi dicono che tu
sei sempre appena andato via.
Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio
Bimbo, bimbo mio, bimbo, bimbo mio
Questa canzone, scritta nel 2001, è dedicata da Pino Daniele alla figlia Sara.
In questa canzone, contenuta prima in "Medina", l'album del 2001 (e poi inclusa anche nella raccolta "Ricomincio da 30"), Pino Daniele canta: "Sara devi crescere, imparerai a guardare il cielo, ad inseguire un sogno vero, nelle cose della vita".
Questa canzone di Edoardo Bennato è perfetta da dedicare a una bambina, nel giorno del suo compleanno.
Un testo semplice ed emozionante scritto da Toto Cotugno e cantato da Adriano Celentano. Un padre si accorge che la figlia è cresciuta e non è più una bambina.
Quel vestito da dov'è sbucato? Che impressione vederlo indossato Se ti vede tua madre, lo sai Questa sera finiamo nei guai È strano, ma sei proprio tu Quattordici anni o un po' di più La tua Barbie è da un po' che non l'hai E il tuo passo è da donna ormai Al telefono è sempre un segreto Quante cose in un filo di fiato E vorrei domandarti chi è Ma lo so che hai vergogna di me La porta chiusa male e tu Lo specchio, il trucco e il seno in su E tra poco la sera uscirai Quelle sere non dormirò mai E intanto il tempo se ne va E non ti senti più bambina Si cresce in fretta alla tua età Non me ne sono accorto prima E intanto il tempo se ne va Tra i sogni e le preoccupazioni Le calze a rete han preso già Il posto dei calzettoni Farsi donna è più che normale Ma una figlia è una cosa speciale Il ragazzo magari ce l'hai Qualche volta hai già pianto per lui La gonna un po' più corta e poi Malizia in certi gesti tuoi E tra poco la sera uscirai Quelle sere non dormirò mai E intanto il tempo se ne va E non ti senti più bambina Si cresce in fretta alla tua età Non me ne sono accorto prima E intanto il tempo se ne va Tra i sogni e le preoccupazioni Le calze a rete han preso già Il posto dei calzettoni
E poi arriva il compleanno.
I piccoli di casa crescono sempre più. Che cosa augurare per la loro festa. La nostra selezione di canzoni.
Una canzone di Edoardo Bennato.
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